Resistiamo insieme

23 Marzo 2020

Restare a casa. Sì, ma a che prezzo?
Vivere solo lo spazio domestico, rinunciare alla vita sociale, alle abitudini e all’attività all’aperto per molte persone è difficile, ma per alcune significa rischiare di perdere tutto.
Nella convivenza forzata esplodono le tensioni e aumentano gli episodi di violenza domestica. Molte donne e persone LGT*BQI+ ora sono esposte a comportamenti violenti senza poter chiedere supporto ad un servizio o alla rete di amicizie, per questo Lucha y Siesta mantiene sempre attivo lo sportello telefonico antiviolenza.

Il nostro sguardo è ampio, come in tutti i 12 anni di attività, sostiene la comunità nel restare unita, fare rete, contrastare la violenza e costruire pratiche di libertà. Oggi più che mai è fondamentale curare le relazioni umane: ne avremo molto bisogno una volta finito tutto questo, perché le restrizioni imposte avranno profonde ripercussioni sui legami, sui modi di vivere l’affettività, sul senso di solitudine, sulla capacità di provare fiducia e guardare alla salute e all’equilibrio nella loro globalità e complessità. Mantenerci a distanza, non abbracciarci, non vedere nessuno per settimane, non parlare di persona, non toccare e non essere toccati, relazionarci solo attraverso il web, studiare, lavorare, amare, solamente in via telematica, ci estranea e disorienta perché sovverte l’alfabeto delle relazioni e degli affetti.

A tutto questo, aggiungiamo la preoccupazione per le restrizioni delle libertà di movimento a salvaguardia non di tutte e tutti.
Chi deve continua a trasformare merci e pulire fabbriche esponendosi ad un rischio troppo alto; proprio perché c’è una giustificazione nel voler contenere il virus, non possiamo accettare deroghe inutili e infami privilegi.
Non una di meno gridiamo da anni nelle piazze, perché nessuna vita vale meno.
Dobbiamo fermarci insieme e curare quel che resta di una comunità già stanca e divisa.

Le notizie che ci arrivano dalle carceri e dai centri per migranti sono uno specchio per ognun*; privazione della libertà, isolamento, distanza, razionamento degli alimenti, sovraffollamento, misure restrittive e violente, annullamento dell’affettività. Il sistema panottico di controllo della popolazione oggi agisce sui nostri corpi in maniera particolarmente evidente. Lungi da noi sottovalutare l’epidemia ci concediamo, anche ora, di ragionare sugli effetti che avrà sulle nostre vite e su quanto il sistema di controllo stia premendo sull’intera democrazia, su tutte e tutti noi, vulnerabili e impaurit* più di quanto potessimo immaginare prima.

Al ragionamento segue la voglia di resistere, di fare comunità, di non lasciare nessun* in solitudine. In questa situazione emergenziale siamo costrette a fermare i nostri corpi, ma non il nostro sostegno, la nostra professionalità e il nostro modo di essere femministe e transfemministe, la nostra voglia, oggi,di ripartire da un futuro che vogliamo migliore.

#RestiamoinCasaMA… resistiamo insieme.

Da tutte le donne di Lucha y Siesta

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